In Italia il diritto di satira è riconosciuto come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, poiché rientra nell’ambito di applicazione degli articoli 21, 9 e 33 della Costituzione, che tutelano rispettivamente la libertà di pensiero ed espressione, lo sviluppo della cultura e la libertà di creazione artistica.
Nessun riferimento diverso, nessuna allusione se non quello di liberare un sindaco che chiede aiuto rinchiuso in un anfratto.
Qualifichiamo questa querela come un attacco alla libertà di stampa, alla libertà di espressione, alla libertà di satira che è una critica più o meno mordace, da secoli (dal sarcasmo alla caricatura), verso aspetti o personaggi tipici del potere. Insomma la consideriamo una censura, se non una intimidazione.
In ogni caso ci difenderemo. Nel frattempo ripubblichiamo l’innocente videoclip per una ulteriore valutazione pubblica, appellandoci al principio giuridico del “non bis in idem”.