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🇧🇹 REGIONE SICILIANA, CI SONO O CI FANNO?

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 La finanziaria regionale è stata approvata anche se il Governo, al netto di alcuni articoli, è stato costretto, per non farla stravolgere del tutto, alla formulazione di un maxi emendamento, necessario a blindare una maggioranza sempre in bilico.

Ma mentre si era nel vivo della discussione ecco arrivare una ennesima tegola. Una bacchettata della Consulta, che ancora una volta, accogliendo un ricorso delle sezioni riunite della Corte dei Conti, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma con la quale la Regione siciliana aveva destinato 29 milioni di euro all’Arpa (Agenzia Regionale per l’Ambiente) prelevando le risorse dal fondo sanitario regionale. ILLEGITTIMO.

La Consulta, dopo avere ricordato un’altra sentenza che dichiarava l’illegittimità costituzionale di una seconda norma, quella che attribuiva all’Arpa la qualifica di “ente del settore sanitario”, ricorda che la Regione Siciliana “è sottoposta ai vincoli del piano di rientro dal disavanzo sanitario”. Di conseguenza “nel suo bilancio – si legge – non possono essere previste spese sanitarie ulteriori rispetto a quelle inerenti ai livelli essenziali di assistenza”. Conseguentemente non è legittimo il finanziamento con le risorse destinate ai LEA. Infine, richiamando quanto sentenziato dalla Corte dei Conti, la Consulta afferma che le funzioni spettanti all’Arpa “sono solo in minima parte riconducibili a quelle sanitarie ‘stricto sensu’.

Anche se la notizia di per sé potrebbe lasciare indifferenti i non addetti ai lavori il nodo della questione si riflette sul Bilancio e sulla Finanziaria Regionale, oltre che sui rendiconti precedenti, che andranno corretti, ed il  governo potrebbe vedersi costretto a spostare la spesa per l’Arpa dal Fondo sanitario ai fondi ordinari, intaccando l’impianto della manovra che, invece, sembrava al riparo da imprevisti. 

Al netto della notizia, che non è altro che l’ennesima bocciatura per l’attività del governo regionale, il tema riveste una notevole importanza in relazione ad altro caso analogo, contenuto proprio in questa Finanziaria. L’attribuzione del CEFPAS dello status di Ente del Servizio Sanitario Regionale.

Il CEFPAS, come l’ARPA, svolge solo in minima parte attività riconducibili a quelle sanitarie ‘stricto sensu’ (livelli essenziali di assistenza) e certamente non contribuisce direttamente al raggiungimento e mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza. Nonostante questo, in ragione della circostanza che dovrebbe occuparsi prevalentemente di formazioni professionale rivolta al personale sanitario della Regione Siciliana, viene finanziato con risorse del fondo sanitario regionale. Quindi illegittimamente ad avviso della Corte Costituzionale, per analogia.

Le Governance che si sono succedute, e l’ultima in particolare, hanno gestito il CEFPAS come fosse ente del Servizio Sanitario Regionale, applicando addirittura il CCNL della Sanità Pubblica, avvalendosi di prerogative non proprie dell’ente, creando un caso politico vero e proprio che è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari e di denunce al vaglio oggi delle autorità competenti.

Alla luce, quindi, della recente sentenza della Consulta oggi due sono i nodi da affrontare. Il primo come porre rimedio alla bocciatura della Consulta per le tematiche riguardanti l’ARPA ed il secondo valutare attentamente le conseguenze dopo l’approvazione dell’emendamento che  ha trasformato il CEFPAS in ente del Servizio Sanitario Ragionale. ILLEGITTIMO.

Infatti valutando la questione per analogia la trasformazione del CEFPAS proposta dal Governo regionale, dietro pressioni principalmente di una parte di Forza Italia, è fortemente a rischio bocciatura dalla stessa Corte, malgrado il parere sibillino, possibilista, reso dal Ministero della Salute, reso prima della decisone della Consulta. Ma ancor di più se si dovesse approfondire la questione presso la Consulta anche il finanziamento del CEFPAS con le risorse dal fondo sanitario regionale potrebbe essere a rischio, con inevitabili ricadute negative ulteriori sul Bilancio della Regione Siciliana.

La norma è stata approvata ma noi ci sentiamo di suggerire al Governo regionale ed ai parlamentari regionali tutti di stare molto attenti in quanto adesso si dà la stura ai ricorsi e alle denunce. Il voto che c’è stato sancirà inequivocabilmente le responsabilità, sicuramente contabili, che potrebbero derivarne per coloro che hanno accettato le pressioni per fare approvare l’emendamento “porcata” come lo ha definito Cateno De Luca. E forse non è stato saggio che per accontentare i desiderata di alcuni dissennati deputati di FI, più interessati a soddisfare interessi personali e familiari, ci si faccia trascinare in qualche giudizio di responsabilità che potrebbe arrivare anche a distanza da questa approvazione dalla votazione che   li vedrebbero coinvolti in un gravoso giudizio di responsabilità, il cui rischio peraltro, in più occasioni, abbiamo profetizzato. 

Quindi certamente non finisce qui questa vicenda, anzi diremmo che inizia proprio adesso e come sempre chi avrà più filo da tessere… tesserà.

qtsicilia@gmail.com