Lo scorso sabato, in edizione straordinaria, la GURS, ha pubblicato il Bilancio di Previsione della Regione Siciliana per il triennio 2024 – 2026 e la connessa legge di Stabilità 2024 – 2026.
Un grande successo, affermano Schifani e Falcone, a cui è stato dato ampio risalto sui media, rimarcando che per la prima volta, in oltre vent’anni, si è proceduto all’adozione dei documenti contabili della Regione Siciliana, senza ricorrere all’esercizio provvisorio.
Successo, in realtà, del giovane Presidente ARS Gaetano Galvagno, che ha saputo sapientemente assicurare una guida dei lavori d’aula proiettata verso questo risultato.
Un “grande successo” del Presidente dell’ARS quindi, ma lo stesso non si può dire del merito e il risultato è il frutto, da parte del governo, di un inqualificabile mercemonio, attraverso il quale ha elargito a destra ed a manca mance e mancette a maggioranza e opposizione, stabilendo le quote per singolo deputato.
Ma di tutte le amenità contenute in questi documenti contabili, una in particolare è la prova che quando la politica vuole una cosa non ha rispetto di niente e di nessuno. Che se ne fotte di sentenze della Corte Costituzionale e dei giudizi della Corte dei Conti, e che in dispregio di ogni orientamento è pronta ad ogni “porcata”, cosi come l’ha definita l’On. De Luca, pur di conseguire obiettivi mirati al soddisfacimento di istanze personali e familiari.
Stiamo parlando del caso scandaloso dell’emendamento CEFPAS. Abbiamo scritto in lungo ed in largo sul tema, sensibilizzato l’opinione pubblica, dimostrando, atti alla mano, che presso l’ente è stato istaurato un regime prono alle istanze di una certa politica, clientelare e familiare.
Con il comma 2 dell’art. 25 viene approvata una norma che riconosce al CEFPAS lo status di Ente del Servizio Sanitario Regionale.
La norma, come abbiamo più volte detto, è “fotocopia” di una approvata per l’ARPA Sicilia, qualche anno fa, impugnata dalla Corte dei Conti e dichiarata incostituzionale dalla Consulta perché l’Arpa non svolge attività riconducibili a quelle sanitarie dirette e non partecipa al raggiungimento dei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza.
Ne più e ne meno come il CEFPAS, che indubbiamente non svolge attività riconducibili a quelle sanitarie ‘stricto sensu’ e altrettanto indubbiamente non partecipa, almeno direttamente, al raggiungimento dei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza.
Ebbene nonostante il giudizio inequivocabile della Consulta sull’ARPA l’ARS ci riprova con il CEFPAS. Adottando una norma di cui si conoscono a priori i profili di illegittimità costituzionale.
Ed il CEFPAS ringrazia e ancor prima che la norma venga pubblica sulla GURS e diventi legge. Infatti il Direttore del Centro, una volta appurato che la norma è stata inserita ed approvata in finanziaria, in data 05.01.2024, con decorrenza 08.01.2024, da fuoco alle polveri e approva una lunghissima serie di contratti di collaborazione tra i quali uno in particolare, alla dott.ssa Simona Sinatra, moglie del più noto On. Riccardo Gallo Afflitto, deputato FI di Agrigento, tra i principali promotori della norma e il primo sostenitore della permanenza, alla guida del CEFPAS, di Roberto Sanfilippo.
Noi non crediamo che sia così, ma potrebbe sembrare, al profano, il pronto pagamento di uno scambio per il riconoscimento del CEFPAS come Ente del Servizio Sanitario Regionale. Norma che pronto accomodo, ed al netto di una certa impugnativa, lancerebbe una giustificazione, ma effimera, alle “leggerezze” nella gestione messe in atto al CEFPAS negli ultimi anni.
Il tutto senza tenere conto che nella Regione Siciliana esistono istituzioni come la Fondazione Giglio di Cefalù ed il SEUS 118 che pur svolgendo attività riconducibili a quelle sanitarie dirette e assicurando il raggiungimento dei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza, non vengono assolutamente considerate, pur essendo partecipate totalmente dal pubblico, ed alle quali si applica il contratto AIOP anziché quello della Sanità Pubblica.
Ogni commento ormai è superfluo, ogni ulteriore valutazione inutile, se non constare che è prevalso, ancora una volta un atteggiamento di cultura mafiosa, abuso, prevaricazione, dispregio di leggi, norme e sentenze.
E mentre la Mafia criminale utilizza la violenza e le armi per realizzare i propri interessi, qui una certa politica (non tutta per fortuna), utilizza le istituzioni e la pubblica amministrazione, attraverso gli strumenti loro concessi, per sottomettere tutti ai loro desiderata, alla loro ambizione, ai loro interessi di bottega e perché no, familiari, dimostrando che non gliene frega nulla e che all’interesse collettivo fanno prevalere l’interesse personale.
Noi abbiamo scritto, segnalato e denunciato, adesso siamo sulla sponda del fiume aspettando il cadavere che passa, confidando che altre istituzioni preposte al controllo e a difesa dei più deboli, facciano il proprio dovere.
I nostri dossier sono già pronti per aiutare chi ha il dovere d’intervenendo per sanzionare, gli abusi perpetrati ai danni dei siciliani … per l’ennesima volta.
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